Aggiornamento Sezione Bandi di Gara e Contratti – Anno 2021
Aggiornamento Sezione Bandi di Gara e Contratti – Anno 2021
Abbiamo seguito il convegno dedicato al Ruolo e responsabilità del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nella valutazione e gestione del rischio (RSPP). Si tratta di un evento organizzato dalla FNCF ch’è parte integrante del 35° Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, Ambiente Lavoro 2025, che si tiene a Bologna Fiere dal 10 al 12 giugno. L’edizione di quest’anno si focalizza sugli aspetti tecnici e scientifici della prevenzione dei rischi.
Trovate nel nostro Sito altre anticipazioni da parte di diversi relatori, come il dottore in chimica Flavio Noè, con la sua relazione sui Monitoraggi di agenti chimici e fisici a fondamento delle valutazioni. La dottoressa in fisica Tatiana Samantha Moia è intervenuta con una relazione sugli Agenti fisici: dal rumore ai campi elettromagnetici, passando per il Radon – approcci pratici alla gestione del rischio. Ad aprire l’evento è stata la dottoressa in chimica Nausicaa Orlandi, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici.
Cos’è il rischio chimico e fisico e perché è importante parlarne?
«Il rischio chimico e fisico è collegato alla presenza di agenti chimici, cancerogeni, contagiosi e tossici per la riproduzione che possono essere presenti nei prodotti – spiega la presidente Orlandi -, nelle sostanze che utilizziamo, nelle lavorazioni, nei residui, nei rifiuti, quindi tutti quelli che sono gli ambiti presenti nei luoghi di lavoro. Il rischio fisico invece è derivante da agenti fisici, quindi conseguentemente stiamo parlando di rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, la presenza di radiazioni ionizzanti o non ionizzanti, radon; quindi sono anche questi i rischi presenti nei luoghi di lavoro. Molto spesso questi rischi portano a malattie professionali che intaccano il benessere del lavoratore anche nella sfera sociale, quindi quando rientra a casa, e nel contesto familiare»
«Questo motivo abbiamo fatto questo evento – continua Orlandi -, per ricordare l’importanza che il datore di lavoro e soprattutto il responsabile del servizio per la interazione si avvalgano delle competenze specifiche, quindi dei chimici e fisici, per valutare queste tipologie di agenti, perché una mancanza di completa valutazione del rischio può comportare ricadute, anche di natura legale sia sull’RSPP che sul datore di lavoro»
Perché è così importante il ruolo di chimici e fisici in questo ambito. Si sta facendo abbastanza?
«Sì sicuramente dal punto di vista della sicurezza del lavoratore la figura del fisico e del chimico è fondamentale in ambito di radio protezione – spiega la dottoressa Berardi -, quindi della radiazione ionizzante, della sicurezza in risonanza magnetica, dell’analisi dei rischi sui campi elettromagnetici e sui laser. In questo ambito – assieme ad altre professioni – sicuramente quella del fisico è una figura fondamentale, perché si occupano direttamente della radioprotezione, quindi della sicurezza del paziente.
Si sta facendo abbastanza per tutelare sia lavoratori e pazienti?
«La nostra normativa è molto precisa e prescrittiva – continua Berardi – per cui prevede tanto. Tuttavia le risorse non sono sempre appropriate, quindi alla fine ci troviamo come fisici a dover coprire molti aspetti che ci mettono un po’ in difficoltà nei tempi e nelle prescrizioni di sicurezza. C’è qualcosa che i pazienti ad esempio possono fare per tutelarsi? O magari qualcosa che dovrebbero sapere rispetto alla sicurezza negli ospedali e che invece spesso non sanno? «Spesso i pazienti non sanno che ci sono delle figure specifiche come appunto noi fisici specialisti, che ci occupiamo della sicurezza e della radioprotezione del paziente. Per cui il paziente – che ha effettuato per esempio una TAC – può richiedere una valutazione di dose e solo il fisico medico può calcolarla e validarla. È l’unica figura che che ha le competenze, oltre al supporto normativo, per validare la sicurezza. Questo molto spesso i pazienti non lo sanno».
La Corte d’Assise di Vicenza ha pronunciato una sentenza epocale giovedì 26 giugno 2025, condannando 11 dei 15 ex manager dell’azienda Miteni di Trissino, Vicenza, per l’inquinamento da composti perfluoroalchilici, noti come PFAS. Questo verdetto segna un punto fermo fondamentale per la giustizia ambientale e la tutela della salute pubblica nel Veneto, come ha sottolineato il governatore Luca Zaia.
La Corte ha inflitto pene complessive di 141 anni di carcere agli 11 imputati, superando di venti anni le richieste avanzate dall’accusa. Il processo ha rivelato l’estensione dell’inquinamento da PFAS, che ha gravemente compromesso le falde acquifere nelle provincie di Vicenza, Padova e Verona, toccando direttamente la vita di circa 350mila cittadini. La sentenza ha anche stabilito l’assoluzione per quattro degli imputati. Il caso emerse in modo prepotente nel 2013, quando il Ministero dell’Ambiente informava la Regione Veneto sulla presenza di PFAS in «concentrazioni preoccupanti» nelle acque potabili di diversi comuni. Da quel momento, una intensa battaglia si è sviluppata, condotta con determinazione dai movimenti ambientalisti, con il movimento delle «Mamme No Pfas» in prima linea.
La Corte ha riconosciuto ingenti risarcimenti per oltre 300 parti civili, inclusi privati ed enti pubblici. Il Ministero dell’Ambiente ha ricevuto un risarcimento di 58 milioni di euro, la Regione Veneto 6,5 milioni, e l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) ha ottenuto 844mila euro. Anche le singole persone colpite, comprese le “Mamme”, hanno ricevuto indennizzi che variano dai 15 ai 20mila euro. Comuni, società idriche e la Provincia di Vicenza hanno anch’essi ricevuto compensazioni. Tuttavia, la sentenza ha escluso dai risarcimenti i lavoratori dell’ex Miteni, e le motivazioni della decisione chiariranno le ragioni di tale esclusione.
In questo complesso e lungo iter giudiziario, durato circa cinque anni con oltre 134 udienze, il ruolo dell’Arpav è risultato determinante. L’agenzia ha fornito un supporto tecnico-scientifico imprescindibile agli organi inquirenti e alla Procura, realizzando un lavoro meticoloso che include oltre 50mila campionamenti. Arpav ha sviluppato metodologie di analisi e modellistica idrogeologica, fondamentali per lo studio del flusso e del trasporto della contaminazione, e ha condotto una intensa attività di indagine ambientale su diverse matrici per valutare la diffusione dei PFAS.
L’intervento tempestivo di Arpav ha permesso alle autorità regionali di mettere in sicurezza l’acqua potabile della zona interessata già nel 2013, attraverso l’utilizzo di filtri a carboni attivi, una misura preventiva cruciale per la salute pubblica. L’agenzia continua il suo impegno sul sito ex Miteni, fornendo supporto tecnico-scientifico agli enti territoriali, anche in collaborazione con Ispra. Affronta sfide significative data la specificità e vulnerabilità del contesto idrogeologico del sito e la peculiarità dei PFAS, una classe di sostanze inquinanti per le quali la ricerca internazionale sta ancora definendo i parametri chimico-fisici e tossicologici. Arpav prosegue inoltre il campionamento mensile di alcuni piezometri esterni al sito ex Miteni, essenziali per il monitoraggio ambientale a valle del barrieramento idraulico in essere e dello scarico dell’impianto Taf per il trattamento delle acque inquinate.
Questa storica sentenza riconosce il reato di disastro ambientale doloso e avvelenamento delle acque, rappresentando una vittoria non solo per le comunità venete colpite, ma anche per tutti coloro che hanno lavorato con impegno nella ricerca della verità. Un monito chiaro sull’importanza della prevenzione e del rigoroso controllo scientifico nell’industria per proteggere il nostro ambiente e la salute dei cittadini.
3 Luglio 2025
Di seguito il link per iscriversi al Seminario del 6 Luglio https://www.chimicifisici.it/events/chimici-e-fisici-professionisti-dello-sviluppo-sostenibile/
e la locandina dell’evento https://www.ordinechimicisiracusa.it/wp-content/uploads/2024/05/FNCF_6-luglio_Programma.pdf