Controllo delle emissioni gassose: corso sulla UNI EN 14181 | ![]() |
Giovedì 13 settembre 2012 |
Il controllo delle emissioni gassose riveste un’importanza fondamentale nella vita degli impianti termici industriali, in quanto un’eventuale difformità dalle prescrizioni può comportare ripercussioni molto significative. La norma UNI EN 14181:2005 è l’indispensabile punto di partenza per poter cogliere la articolata struttura normativa relativa al monitoraggio delle emissioni gassose. Essa è infatti propedeutica alla comprensione delle numerose norme del settore e offre le chiavi di lettura necessarie per adempiere alle richieste delle direttive europee. Il corso organizzato da UNI (vedi scheda >>), in calendario a Milano il 25 settembre, ha quindi lo scopo di illustrare la norma UNI EN 14181:2005 nella sua complessa articolazione. In particolare si cercherà di mostrare le ripercussioni di tale norma sugli aspetti pratici legati alla scelta, all’installazione e al mantenimento di un moderno sistema di controllo automatico delle emissioni gassose. Il corso prevede un test finale di apprendimento. Le iscrizioni sono aperte.
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È entrato in vigore il 7 settembre 2012 il Dm 141/2012 che introduce semplificazioni procedurali nella disciplina del (nuovo) sistema di controllo telematico dei rifiuti, la cui operatività al momento è però sospesa.
Il Dm 25 maggio 2012, n. 141, che al momento non svolge effetti pratici operativi visto che il Dl “Crescita” 83/2012 ha sospeso l’operatività del Sistri e di tutti gli adempimenti informatici relativi fino a data da destinarsi, ma comunque anteriore al 30 giugno 2013, prevede tra le principali novità l’allungamento dei tempi per l’inserimento delle informazioni e delle nuove procedure per microraccolta, Raee e rifiuti sanitari. Tutte novità destinate ad avere applicazione solo una volta che il Sistri sarà ripristinato.
La previsione contenuta nel nuovo regolamento che prevede lo slittamento al 30 novembre 2012 del pagamento dei contributi 2012 al momento non può comunque trovare applicazione visto il palese contrasto con il Dl “Crescita”, norma di rango gerarchico superiore che prevede la sospensioneanche del contributo 2012.
Sarà precluso al proprietario dell’immobile in caso di vendita autodichiarare l’appartenenza alla classe energetica più bassa, evitando la certificazione del tecnico abilitato. Stanno arrivando le modifiche alle Linee guida nazionali sull’efficienza energetica in edilizia (Dm 26 giugno 2009).
Il provvedimento si è reso necessario dopo il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Ue del 26 aprile 2012 per l’incompleto recepimento della direttiva 2002/91/Ce (con Dlgs 192/2005). Lo schema di decreto interministeriale (sviluppo, trasporti e ambiente) diffuso in questi giorni, in particolare corregge una disposizione che aveva determinato i “warning” della Commissione Ue: la possibilità per il proprietario dell’immobile di autodichiarare la classe energetica (la più bassa, la G) dell’immobile senza ricorrere alla certificazione del tecnico abilitato.
Il provvedimento, che sarà in vigore una volta pubblicato in Gazzetta ufficiale, definisce meglio anche gli edifici esentati dall’obbligo di certificazione energetica (box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi e altri edifici a questi equiparabili, nonché ruderi e immobili venduti nello stato di “scheletro strutturale”).
Il decreto-legge 95/2012, che ha previsto accorpamenti e soppressioni (rinominati poi “riordino” dalla legge di conversione 135/2012), ha espressamente fatto salve, per le future nuove Province, le competenze in materia di “tutela e valorizzazione dell’ambiente”.
I tempi per tale riordino (che dovrebbe ridurre il numero delle Province dalle attuali 107 a 40) sono precisamente stabiliti nel decreto-legge e sono stati sin qui sostanzialmente rispettati dall’Esecutivo; tocca ora alle Regioni e ai Cal (Consigli delle autonomie locali) proporre al Governo, entro la fine di ottobre, i piani di riordino delle Province medesime.
Entro la fine dell’anno, infatti, sempre nelle intenzioni del Governo, l’intera procedura dovrebbe essere conclusa ed al più tardi entro il 1° gennaio 2014 dovrebbero anche essere istituite 10 nuove Città metropolitane che andranno a sostituire le Province di Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria.