Le terre e rocce da scavo non sono piu’ rifiuti da smaltire: ok al decreto

DiGiovanna Di Mauro

Le terre e rocce da scavo non sono piu’ rifiuti da smaltire: ok al decreto

Il decreto ministeriale sull’utilizzo delle terre e rocce da scavo (materiale di riporto), contenuto nel decreto liberalizzazioni, ha avuto l’ok dal Consiglio di Stato e a breve sarà firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal ministro dell’Ambiente.
Secondo il decreto, il materiale di scavo, finora da considerare rifiuto, potrà essere riutilizzato, se conforme alle norme del Codice dell’ambiente, per la realizzazione di opere come i rilevati stradali. Pertanto, come sottolinea il ministero delle Infrastrutture, ne deriverà uno snellimento per la realizzazione di infrastrutture, soprattutto quelle che implicano scavi in galleria. Il materiale di scavo, fino ad oggi considerato come rifiuto, infatti, “ha determinato forti rallentamenti nella esecuzione delle opere, in quanto doveva essere previsto già nella fase di scavo lo smaltimento in discarica del prodotto rimosso, con notevoli difficoltà nel reperimento di siti idonei”.
Con l’avvio della nuova normativa, invece, saranno ridotti i costi di tali materiali che, considerati sottoprodotti dal decreto Ambiente (dl n.2/2012), sarà possibile trasportare all’interno del cantiere verso siti di stoccaggio più economici. Come prevede il decreto Ambiente, il riutilizzo delle terre e rocce da scavo non deve avere impatti sulla salute umana o sull’ambiente e deve essere originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante. Deve inoltre essere utilizzato senza ulteriori trattamenti nello stesso o successivo processo di produzione, direttamente.
C.C.

Il decreto ministeriale sull’utilizzo delle terre e rocce da scavo (materiale di riporto), contenuto nel decreto liberalizzazioni, ha avuto l’ok dal Consiglio di Stato e a breve sarà firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal ministro dell’Ambiente.
Secondo il decreto, il materiale di scavo, finora da considerare rifiuto, potrà essere riutilizzato, se conforme alle norme del Codice dell’ambiente, per la realizzazione di opere come i rilevati stradali. Pertanto, come sottolinea il ministero delle Infrastrutture, ne deriverà uno snellimento per la realizzazione di infrastrutture, soprattutto quelle che implicano scavi in galleria. Il materiale di scavo, fino ad oggi considerato come rifiuto, infatti, “ha determinato forti rallentamenti nella esecuzione delle opere, in quanto doveva essere previsto già nella fase di scavo lo smaltimento in discarica del prodotto rimosso, con notevoli difficoltà nel reperimento di siti idonei”.
Con l’avvio della nuova normativa, invece, saranno ridotti i costi di tali materiali che, considerati sottoprodotti dal decreto Ambiente (dl n.2/2012), sarà possibile trasportare all’interno del cantiere verso siti di stoccaggio più economici. Come prevede il decreto Ambiente, il riutilizzo delle terre e rocce da scavo non deve avere impatti sulla salute umana o sull’ambiente e deve essere originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante. Deve inoltre essere utilizzato senza ulteriori trattamenti nello stesso o successivo processo di produzione, direttamente.
C.C.
Fonte: http://www.tecnici.it/Le-terre-e-rocce-da-scavo-non-sono-piu-rifiuti-da-smaltire-ok-al-decreto-_news_x_11404.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_tecnici_17_02_05_2012

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