Grazie ad uno studio effettuato dal dipartimento di chimica dell’Università di Utrecht e pubblicato su Science, è stato scoperto un nuovo sistema per produrre plastica senza petrolio, ma con scarti derivanti dalla potatura delle piante.
In realtà non è una novità che si possa ricavare plastica dalla biomassa, tuttavia fino ad oggi i procedimenti erano troppo complicati e costosi per una produzione in larga scala.
Il professor Krijn de Jong, che ha condotto lo studio, ha spiegato che adesso è possibile produrre prodotti in plastica senza petrolio per mezzo di un catalizzatore recentemente sviluppato e costituito di nanoparticelle di ferro delle dimensioni di 0,00002 millimetri. Il processo sviluppato dagli studiosi olandesi ha origine negli studi condotti da Franz Fischer e Hans Tropsch negli anni Venti. Essi riuscirono a ricavare combustibili sintetici da un mix di gas fatto di monossido di carbonio e idrogeno. Partendo dalle molecole di ferro, notoriamente efficaci nel catalizzare la trasformazione di gas in etilene, propilene e butadiene, i problemi di instabilità sono stati superati grazie all’unione di queste molecole a nanoparticelle non reattive, che le hanno rese più resistenti. Il miglior risultato è stato ottenutounendo le nanoparticelle di ferro a nanofibre di carbonio.
Il grande vantaggio che la scoperta porterà nella produzione di bioplastica è a parte l’affrancamento sempre maggiore dell’industria dall’oro nero, anche la sostenibilità legata al fatto che si utilizzerebbero materiali di scarto agricoli.
C.C.
Fonte: http://www.chimici.info/La-nuova-bioplastica_news_x_11049.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_chimici_9_08_03_2012
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